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Parrocchia S. ANDREA Apostolo (Paderno - Udine)
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Gruppo liturgico
Premessa
Prima di parlare di Gruppo Liturgico occorre fare due premesse importanti:
- l'immagine di Chiesa a cui si fa riferimento è quella di una Chiesa tutta ministeriale e chiamata tutta intera alla missione ed evangelizzazione, nella valorizzazione della vocazione e del ministero di ognuno dei suoi membri; questa Chiesa ha "la sua principale manifestazione nella partecipazione piena ed attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia ..." come afferma la Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosantum Concilium al n. 41;br>
- la liturgia, pur avendo uno svolgimento rituale (ripetitivo), è il culmine e la fonte di tutta la vita della Chiesa (Cf. Sacrosantum Concilium al n. 10), anche della Chiesa che vive in un luogo (parrocchia); questo non può essere vero solamente a livello teorico, ma dovrà realizzarsi nella concretezza della vita di una comunità cristiana che dovrà fare della sua liturgia la fonte ed il culmine della vita della parrocchia. La liturgia dovrà essere sempre meno standard e sempre più della parrocchia e per la parrocchia.
Perchè un Gruppo Liturgico
Se la liturgia è manifestazione di una Chiesa ministeriale, il compito di curare la proposta liturgica della parrocchia non può essere affidato solo al sacerdote, ma deve essere il risultato della partecipazione attiva di ogni ministro che nella liturgia è coinvolto. In questo senso il Gruppo Liturgico parrocchiale è proposto come strumento concreto per l'organizzazione e luogo di confronto, di partecipazione e di consiglio riguardo la vita liturgica della comunità parrocchiale.
Lo stesso Messale Romano, nella sua introduzione afferma: "La preparazione pratica di ogni celebrazione liturgica si faccia di comune intesa tra tutti coloro che sono interessati rispettivamente alla parte rituale, pastorale e musicale, sotto la direzione del sacerdote e sentito anche il parere dei fedeli per quelle cose che li riguardano direttamente" (PNMR n. 73).
Il Gruppo Liturgico è allora il luogo in cui tutte le componenti coinvolte nella liturgia si confrontano e propongono una liturgia adatta per la Chiesa che vive in quel luogo: la Parrocchia.
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La parola "liturgia"
Il termine "liturgia" proviene dal greco classico. La parola greca leitourghia
deriva dalla composizione di lao's (popolo) e di ergon (opera).
Tradotto letteralmente significa quindi "servizio reso al popolo".
Nell'Antico Testamento il termine è usato per indicare il servizio culturale
del tempio da parte di sacerdoti o leviti.
Leitourghia, quindi, è una
parola applicata al culto pubblico e ufficiale, realizzato da una determinata
categoria di persone, diverso dal culto privato reso dal popolo, per il quale
la stessa traduzione riserva le parole latria e doulia.
Nel senso di culto rituale cristiano c'è un unico testo, che nella sua traduzione letterale dice: "Mentre essi compivano il servizio del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse..." (At 13,2).
Questo è il solo testo neotestamentario nel quale si potrebbe scorgere già il
nome di quella che poi sarà chiamata "liturgia cristiana". Quello che è chiaro
è che la comunità cristiana di Antiochia si trovava riunita, che stava pregando
e che la preghiera si conclude con l'invio missionario di Paolo e Barnaba tramite
l'imposizione delle mani. Quindi, anche se il testo è oscuro, resta il fatto
che è l'unica volta che leitourghin, negli scritti neotestamentari,
indica il nuovo culto cristiano.
Questo termine riappare negli scritti postapostolici di origine giudeo-cristiana
come, ad esempio, nella Didachè e nella I Lettera ai Corinti
di papa Clemente, dove è utilizzato in senso culturale ed eucaristico e in senso
rituale veterotestamentario.
Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme nell'anno 70, i seguaci di Gesù considerano ormai le istituzioni mosaiche come puramente figurative della vera e definitiva religione. Il culto è quindi prospettato come tipo del culto salvifico della Chiesa Cristiana. In questo contesto leitourghia è una parola-ponte.
Nell'Oriente greco, leitourghia passò subito ad indicare il culto cristiano
e la celebrazione eucaristica. Così si parla di liturgia di S. Giovanni Crisostomo,
di S. Basilio, di S. Giacomo, di S. Marco, etc., cioè celebrazione dell'eucarestia
secondo il rito che risale a quel determinato padre greco.
Nel linguaggio occidentale latino per molti secoli invece di liturgia sono stati
usati termini come officium, sacramentum, celebratio
e tanti altri.
Il termine liturgia riapparirà, nel mondo occidentale, nel secolo XVI
per indicare libri rituali antichi o in genere tutto quello che riguarda il
culto della Chiesa. Successivamente nei secoli XVIII e XIX verrà adottato anche
dalle Chiesa della Riforma per indicare in senso generale il culto cristiano.
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